et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Categoria: Piccole Cose Pagina 5 di 6

Il Ruggito del Bradipo

 

Earth Blog Summit

Ad Ancona nell’ambito della fiera Eco&Equo (dal 20 al 23 novembre http://www.ecoandequo.it) un gruppo di blogger interessati ai temi ambientali si riunisce sabato 22 "per conoscersi, discutere agire".
( ulteriori informazioni su pandemia, il blog di Luca.)
Fin qui la notizia.

Blandamente, il blog che preferisce i bradipi e le balenottere grigie del pacifico a numerosi umani appoggia (direi "appoggia decisamente" ma l’avverbio cozza contro i principi filosofici del sito) l’iniziativa e la seguirà. Il modesto estensore rifletterà, anche per biechi motivi personali, se parteciparvi fisicamente, nonostante la distanza e gli impegni: andare ad Ancona mi porterebbe a poter rivisitare la cittadina che preferisco nell’universo. Al teatro Pergolesi (si, il mio teatro preferito) c’è anche questo bell’evento (dal nome un po’ opinabile): Intrecci Primo Festival di scritture contemporanee tra teatro cinema e letteratura.
Yum !

Postilla autoreferrerenziale
Bello questo pezzo del Riformista su Rula Jebreal

Una emozione incerta – forse una non emozione.

mercoledì, 12. novembre 2003, 17:34

 

Lo straniero – outsider non stranger – prende il controllo.
Le "condizioni al contorno", l’ambiente, le persone, il lavoro: tutto precipita in una nuvola indefinita, in un effetto nebbia.
"Posso fare una domanda che non ci incastra niente" fa, come sempre (e sempre non ci incastra) una ragazza al mio corso, "perchè la mia macchina fotografica, quando il flash è semiscarico fa foto nebbiose ?" –
– "Perchè è un mondo difficile e nebbioso e il futuro è incerto "- vorrei risponderle.
Così, come nelle sue foto nebbiose mi appaiono le persone con le quali, più o meno, mi relaziono: un’ombra di irrealtà proiettata da un’ennesima ondata di solipsismo.
Oggi sono straniero al mondo.
Non fosse che per qualche labbra appena rosea su volti impalliditi dal primo freddo, complessioni immaginate tra i primi cappotti, uno o due sorrisi timidamente più coinvolgenti.
Non fosse che per i colpi di maglio, la realtà irrompe, sono i titoli dei giornali on-line che affrontano le breaking-news di bombe e morti ammazzati.

Il Ladro di Cappuccini

artedì, 4. novembre 2003, 17:55

 

Al centro commerciale, isola aperta nel weekend, mi provo a colazionare con caffè macchiato e muffin.
Cominciamo male, penso, quando la solerte barista mi rimanda alla cassa per scontrino e muffin – intanto Le preparo il caffè – mi fa. Mi piego alla sua richiesta. E’ sempre lei che ricompare alla cassa, la collega ancora latita, io pago e mi conferma – "il suo caffè è pronto sul banco".
Al banco, sovrappensiero sfogliando il giornale vedo il mio caffè appena appena alla mia destra; quasi non noto la signorotta quarantacinquenne che sbafa un cornettone di fronte al macchiato.
Allungo la mano e lo prendo.
I commentini raggiungono il mio ipotalamo con troppa lentezza, ma gli sguardi, omicidi, mi trafiggono: non posso fare a meno di notarli.
"Nemmeno a chiedere, ma guardunpo’, che maleducazione" col tono di dire :"Eccolo, il genocida! No, peggio, il rapitore di caffè macchiati…" -.
Presto le due donne colpite dal più nefasto dei crimini solidarizzano come due scampate (seppur gravissimamente ferite) ad una atomica: io a scusarmi ci provo lo stesso, adducendo le mie ragioni (era il mio caffè! ##### [explicit]) – la pietà mista allo schifo deforma i loro volti manco parlassero con la feccia più imfame.
Io il caffè me lo sono bevuto lo stesso. E il muffin non era poi male.

Filastrocche (molte) e politica (meno)

venerdì, 4. luglio 2003, 10:09

 

"To seek it with thimbles, to seek it with care;
To pursue it with forks and hope;
To threaten its life with a railway-share;
To charm it with smiles and soap!"

il più lungo anagramma in lingua inglese dovrebbe essere questa parodia della "Caccia allo Snualo" – uno dei miei testi feticcio.

Mi dispiace per Silviolo, l’ottavo nano, ma come gaffeur ha ancora da imparare Cronaca segnala le stupefacenti dichiarazioni giapponesi (per esempio che gli stupratori di gruppo almeno testimoniano la propria virilità – classica dichiarazione da politico impegnato: non so se è stato Orina Suimuri o Narici Koipeli – i due più noti politici giapponesi…)

A proposito di Giappone,Cento Viste del monte Fuji citate da Dublog che non è il migliore dei blog iconografici. Guardare Giornale Nuovo, per esempio, serve a rifarsi gli occhi come quando si trova per caso, per case di alto-borghesi, dietro il piano mezza-coda che la prima figlia ormai fuori casa non suona più tanto spesso, vecchie edizioni Franco Maria Ricci.

"Arbasino con il rap/mette a posto pure il Trap" un vecchio articolo di Ferrara sulla sinistra facente facezie.

Gli ispiratori dei discorsi di Silviolo: potrebbero essere Pierre Dac (1893-1975) e Francis Blanche (1921-1974) – umoristi francesi creatori di una specie di Fantomas comico: Furax. In una profetica storia pubblicata in italia campeggiava, mantra di un gruppo di barbuti adoratori di un barbutissimo malvagio Gran Babù sempre pronto a distruggere il mondo, l’immortale filastrocca:

Tutti sanno di pupù / o che tanfo, che flagel
per fortuna il Gran Babù / lui olezza di chanel !"

che ricordo a memoria vent’anni abbondanti dopo l’ultima lettura.

Millenovecentosettantasette: Roma, gigantesca scritta all’Università "ASOR ROSA SEI PALINDROMO" o a Taranto, immortale per anni, purtroppo mai fotografata: "Berlinguer è come un rapanello / rosso di fuori e bianco nel cervello"

Era il tempo (direbbe l’Arbasino) di improbabili giochi di parole: i politici giapponesi l’ho citati di già.
Ci aggiungo le mie originali creazioni: il salumaio greco Panos Ekompanatikos e, ancora in giappone, il capo yakuza Sonomo Katzuto.

L’ultima filastrocca, molti la ricordano, la pronuncia la Regina Himica in Jeeg Robot d’Acciaio:

…dopo scontri e lotte, riuscirà ad impossessarsi del segreto della campana di bronzo custodita nel petto di Hiroshi ma tale informazione le risulterà fatale. Accompagnata da un fedele ministro si reca nella Grotta del Drago, invocando il suo aiuto. Con la ormai celeberrima preghiera (rimasta nella memoria di tutti i fan di Jeeg, allora bambini ^_^)
"Neghi, neghi, nasanucolò" – o anche
"Neghini, neghini, nasanucolò"

riesce a evocare il Signore del Drago, chiamato anche Imperatore delle Tenenebre. Quest’ultimo però la ringrazia assassinandola, usurpandone il trono e dando il via ad una campagna ancor più spietata nei confronti dei terrestri.

E per finire con la Space Opera anche il "più puro degli eroi" aveva un punto debole: ecco la ragazza originale della serie Captain Future (versione Hamilton).
Vai Capitan Futuro "picchia duro anche per noi" !

Belli Brutti e Britti

mercoledì, 7. maggio 2003, 17:28

Un bel Blog tecnico simiandesign

le esilaranti recensioni al film (di fantascienza ?) più brutto di ogni tempo per gli americani – gli italiani lo stroncavano con disincantata serietà come s’usa per la maggioranza degli stolidi action d’oltreoceano.

Incipit blog sembra chiuso: chiederei di postare il più brutto

Le palle cozzarono insieme due volte, forte.
“Tac tac!” fece il conte Perlotti guardandole correre attento, con il gesso nella destra e la stecca nella sinistra.

( E’ troppo bello, lo dovevo ripostare!)

Britti come Arigliano che 7000 caffè gli aveva bevuti prima (1963) secondo questo mio concittadino [post del 1 aprile ma dove sono i permalink su il cannocchiale?] che mi leva il primo posto in google in questa ricerca. Boh, sarà che la mia pagina è un po’ più vecchia.

La Sars ha una mortalità inquietante ma per alcuni è solo un meme.

Il quiz di oggi (linguistico-fonetico)
Quale relazione, oltre alla abbondanza di vocali, lega le parole
Wyoming, Aiuola, Baule, Aurelia e Palaia?

Come avvenne che diventai un OBI, per una notte.

 

OBI, osservazione breve e intensa, è quando ti ricoverano dal Pronto Soccorso,
e così mi è accaduto (come doveva accadere – Bokonon) che mentre andavo a fare la spesa
il pomeriggio di giovedì mi ritrovassi senza più il mio fidato senso dell’equilibrio, a barcollare con le vertigini e presto, a vomitare.

Al pronto soccorso dell’Ospedale di Pontedera ti accolgono garbate infermiere e giovani dottoresse, molto
convincenti nel mandarti imbarellato a fare una visita dall’otorino, o una urgente TAC. Poi, osservazione in medicina e ricovero, fino alla visita il giorno dopo da parte del primario neurologo che, con molta, giustificata credo, sicurezza afferma capitale "la mia valutazione è negativa" ovvero, fò io, è positiva, anche la TAC conferma, niente di niente.

Nei libri di Stephen King, quando qualcuno sbarcolla e sente odore di aranci marci in un centro commerciale, al minimo si ritrova un tumore al cervello e la capacità di vedere i morti come nel "Sesto Senso": io nisba, grazie a Dio, e solo una fugace visita al Medicina 1, per una notte anche abbastanza calma (salvo il malato -di mente anche presumo – della stanza accanto che, con voce femminile strilla tutta la notte "vieni… vieeeeeeni… vieniiiiiiii…" poi attacca ancora, molto lamentandsosi come per un dolore insopportabile "puttanaaaa… puttanaaa… lucianaaaaaa…").

Al mattino mi fanno uscire per "quasi totale scomparsa dei sintomi" e concludo la mia avventura da OBI, ancora un po’ scioccato e con la pressione sul bassino.

Ma mi sento bene, la moglie del mio compagno di stanza, entra alle otto in camera e dice: "Sa, quello della stanza di sopra non ce l’ha fatta". Non lo conosco ma sento, in distanza medici e paramedici che discutono fissando l’orario del decesso.

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