Non è facile definire cosa è fantascienza, più facile, forse, è definire cosa non è. (Per qualcuno, — George Lucas per esempio —, “Guerre Stellari”, non è un’opera fantascientifica ma un “fantasy”.)

Comunque possiamo dire che fantascienza e fantasy si distinguono per la creazione di universi immaginari e la narrazione di storie ambientate in mondi futuristici, tecnologicamente avanzati o immaginari.

In questo contesto, le parole della fantascienza giocano un ruolo importante, poiché esse consentono agli autori di descrivere mondi immaginari, tecnologie avanzate e concetti astratti in modo efficace.

Queste parole possono essere suddivise in due categorie principali: termini specifici della letteratura di fantascienza e parole inventate appositamente dagli autori per descrivere mondi e concetti futuri.

I termini specifici della letteratura di fantascienza includono parole come “extraterrestre”, “robot”, “teletrasporto” e “intelligenza artificiale”, “marziano”, etc..

Questi termini sono stati utilizzati così frequentemente nella letteratura di fantascienza da diventare parte del linguaggio comune.

Tuttavia, non tutti i termini specifici della fantascienza sono così noti. Ad esempio, parole come “psionica”, “superluminale” e “tachionica” possono essere meno familiari al pubblico generale ma sono comuni nella letteratura di fantascienza.

Le parole inventate appositamente dagli autori per descrivere mondi e concetti futuri sono spesso un’indicazione della creatività degli autori di fantascienza.

La copertina de "La Mano Sinistra delle tenebre"

La copertina della mia edizione de “La mano sinistra delle tenebre

La scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin ha creato il termine “ansible” per descrivere un dispositivo di comunicazione che consente il viaggio istantaneo delle informazioni a distanze cosmiche, mentre Isaac Asimov, autore di “Io, Robot” ha coniato il termine “positronica” per descrivere la scienza dei robot.

Asimov costruisce inoltre la sua saga galattica di “Fondazione” su una scienza inventata, una specie di sociologia in grado di prevedere nel dettaglio il futuro dell’umanità e delle società, quella “psycohistory”  —  resa per qualche tempo in italiano con lo splendido termine “psicostoriografia” —  e nelle ultime traduzioni più letteralmente con il più blando “psicostoria”.

 

A Alfred E. Van Vogt, il quasi dimenticato autore canadese dell’epoca d’oro della SF,  si devono diverse parole inventate. Una, in particolare, ha avuto un certo successo:

“Ma soprattutto sono interessanti le “scienze” che van Vogt inventa per l’occasione: il “nexianismo” (“connettivismo” nella traduzione italiana) e la teoria dei cicli storici — presa dal Tramonto dell’Occidente di Spengler — elevata a dogma. 

Con questo racconto compare anche il primo dei “superuomini” scientifici di van Vogt: grazie alla sua scienza, il “connettivista” è superiore al nemico e riesce ogni volta a ritorcere contro di lui la sua psicologia…

Che cos’è il “connettivismo”? È la scienza di collegare insieme le conoscenze settoriali delle altre discipline, ma soprattutto è la prima delle nuove scienze inventate da van Vogt, che negli anni seguenti inventerà l’energia vibrazionale, quella temporale e la No-ologia del ciclo di Isher, la “similarizzazione” del Non-A e altre varianti della psicologia e della fisica.”1

La copertina della edizione euroclub del ciclo i Mercanti di Armi di Van Vogt

La copertina della edizione Euroclub del ciclo “i Mercanti di Armi” di Van Vogt

Le parole della fantascienza possono anche riflettere la cultura e la società dell’autore. Ad esempio, il termine “cyberspazio” coniato dall’autore di fantascienza William Gibson, riflette la crescente importanza della tecnologia informatica e della cultura hacker nella società degli anni ’80.

Oltre ai termini specifici, gli autori di fantascienza hanno anche creato nomi di personaggi e luoghi che sono diventati iconici.

Tra i classici della fantascienza, troviamo “1984” di George Orwell, che ha introdotto termini come “Grande Fratello”, “bispensiero” e “psicoreato”  o “psicocrimine”. La neolingua plasma il nuovo mondo distopico orwelliano in cui la libertà di pensiero e di espressione sono completamente negate.

A proposito di nuove lingue non si può non citare, anche solo fugacemente, Babel-17, il linguaggio che è un’arma introdotto da Samuel R. Delany nel suo romanzo omonimo (forse il suo più bello).

Un termine oggi così naturale come marziano, nel senso di abitante di Marte, viene usato ne “La guerra dei mondi” da H.G. Wells mentre ne “Il mondo nuovo”  il grande narratore inglese Aldous Huxley ha creato termini come “soma”, una droga che induce l’euforia e l’oblio, e ha usato le lettere greche da “alfa” a “epsilon”, per dividere esplicitamente la popolazione del futuro in classi.

Arthur C. Clarke in “Fountains of Paradise” ha introdotto il concetto (e il termine) di “ascensore spaziale” per descrivere una struttura che collega la Terra con l’orbita geostazionaria;

Termini “culturali alieni”

il mio favorito rimane lo strakh termine che Jack Vance, supremo creatore di culture e mondi, usa ne “La Falena Lunare

“I Sireniani, che comunicano tra loro cantando accompagnandosi con dozzine di piccoli strumenti musicali portatili suonati abilmente, hanno costituito una strana società individualista-edonista-guerriera.

Ogni cittadino guadagna/mantiene il proprio “strakh” (prestigio/onore/classe) con le proprie abilità di artigiano, di guerriero, di musicista (in genere interlacciate).”2

Gurney Halleck with Baliset, Patrick Stewart | Movie adaptation, Science fiction movies, Dune

Gurney Halleck – Patrick Stewart -suona il baliset nella versione di Dune di David Lynch

Le complesse ecologie e sociologie di “Dune” di Frank Herbert le ritrovate nei vari glossari (il primo dei quali scritto proprio dall’autore a corollario del romanzo) che sono fondamentali per la comprensione del romanzo. Tutti i lettori ricordano le decine di parole inventate che costituiscono una base fondamentale per immergersi nell’universo di Arrakis.

Ad esempio  la parola “mentat” descrive un essere umano addestrato per effettuare calcoli e ragionamenti matematici senza l’ausilio di un computer. (Tutti i computer sono stati banditi nella rivoluzione — il “Jihad Butleriano” —  avvenuta millenni prima degli eventi narrati nel ciclo di Dune).

 

 

 

 

 

 

 

Note:

  1. L’avventura metafisica di A. E. Van Vogt – Riccardo Valla https://www.carmillaonline.com/2004/08/14/lavventura-metafisica-di-a-e-van-vogt/
  2. https://www.blandamente.it/2003/06/le-maschere-di-sirene/

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