et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Mese: Ottobre 2008

LAM(orte) rossa – o della antica arte italiana di complicare le cose semplici

punto_a Poniamo il caso di abitare in una città molto trafficata da turisti, molti magari di passaggio velocemente perchè una grande attrazione monumentale costituisce (e, purtroppo esaurisce) la ragione della visita. Bene, questa cittadina ha tre punti di passaggio dei turisti: il punto A è l’aeroporto, praticamente inurbato e in grande sviluppo per i voli low cost. Il punto B è la stazione ferroviaria (relativamente) ben collegata con le altre città d’arte della regione e con il capoluogo. Il punto C è la suddetta attrazione che per celerità chiamerò con il nome in codice “Torre“.

punto_bI tre punti, A, B, C sono praticamente allineati sull’asse Sud-Nord, nell’ordine e distribuiti uniformemente su circa quattro kilometri. Io abito vicino al punto B, e prendo il treno quasi tutti i giorni risultando “de facto” un pendolare.

Queste sono le premesse, giustificative del fatto che, molto comunemente, e con buona parte degli accenti del  mondo mi ritrovo molto spesso ad essere interrogato da viandanti, turisti o viaggiatori su come, dal punto B appunto, raggiungere l’aeroporto e/o la torre. Il bus navetta che ci si aspetterebbe c’è ed è abbastanza comodo. Manca, alle fermate, il cartello (una comoda icona a forma di torre pendente e un’altra a forma di aeroplanino sarebbero universalmente capite) – ma questa è una città troppo “sustiusa” (si direbbe in salentino) e il carattere cittadino è bene espresso dalla vecchia barzelletta che vede il turista in macchina abbassare il finestrino e chiedere al locale:

-“Scusi! Per l’arcivescovado ?”

-“Sì, certo. Sa dov’è Via San Ranieri?”

-“No”

-“Allora non glielo so spiegare”.

punto_cE, insomma, almeno un po’ di disagio a ‘sti foresti lo si deve dare, o no? Insomma l’autobus che porta alla torre si chiama LAM (acronimo di Linea ad Alta Mobilità) ma anche le navette che vanno da Est a Ovest e in diagonale si chiamano con spreco di fantasia LAM e allora si distinguono coi colori (e i color-blind seguaci di Dalton vadano a farsi curare) LAM Rossa e Verde e Blu circolano garrule in allegria per la cittadina. Dalla stazione la LAM rossa, dunque, mena verso la Torre e la LAM rossa, nell’altro senso e casomai non ci si confondesse, conduce in 3 minuti all’aeroporto.

Finale di partita: quando mi chiedono che bus prendere è tutto un procedere a tentoni (LAM el ei em , Red el ei em Airport: check the colour. There is “Aeroporto” written…) e poi gesti ad indicare le fermate (chissà perchè diverse).

Lo spiego ieri, ad un simpatico napoletano, come e dove prendere la LAM rossa, in una quarantina di secondi buoni (in italiano !).

Alla fine se ne va poco convinto.

“Sì ma che nummero!” mi chiede.

Io allargo le braccia.

Notti nervose con i mostri

Serate imperdibili su fuori orario da venerdì notte Russ Meyer e Ishiro Honda (o Inoshiro) in un connubio esplosivo. Notti nervose per i videoregistratori. Il mostro tricefalo Ghidorah è protagonista- annuncia trionfale il sito di FuoriOrario, da anni l’unico vero programma di cinema in televisione (cicli di film intendo e forse c’è solo l’eccezione, se vogliamo, dell’egualmente kitsch / straniante “I Bellissimi” di Retequattro).

Notte imperdibile anche questa di oggi col mostro monocefalo, Palin a sfidare il canuto trapiantato Biden (e non mi viene in mente altri politici tricotrapiantati, ma sarà una mia mancanza) nel vice-dibattito che speriamo la 7 trasmetta dalle 3 del mattino. (Russ Meyer vs Ishiro Honda anche questo perché no?).

Venerdì notte: Gli eredi di King Kong (Kaiju soshingeki, Giappone, 1968, col., v.o.vott.it. 89’) –

Regia: Ishiro Honda Con: Akira Kubo, Jun Tazaki, Andrew Hughes

Sabato Notte: L’invasione degli astromostri
(Kaiju daisenso, Giappone, 1965, col, v.o. sott.it., 94’)
Regia: Ishiro Honda
Con: Nick Adams, Akira Takarada, Kumi Mizuno, Jun Tazaki, Akira Kubo
Gli astronauti Glenn e Fuji a bordo di una navetta spaziale atterrano sul pianeta X nel sistema gioviano. Qui scoprono che gli umanoidi suoi abitanti vivono nel sottosuolo per proteggersi dagli attacchi del mostro tricefalo King Ghidorah.

Domenica Notte: Dogora il mostro della grande palude
(Uchu daikaiju dogora, Giappone, 1964, col., v.o. sott. it., 83’)
Un satellite in orbita nello spazio è stato distrutto e i sospetti ricadono su una banda di ladri di diamanti (usati nei meccanismi del satellite). Ma uno scienziato scopre una medusa gigante diretta verso l’atmosfera terrestre. Mentre la polizia è sulle tracce della banda di gangster, la creatura spaziale minaccia il pianeta.

Venerdì 10 Ottobre

Rodan il mostro alato
(Sora no daikaiju radon, Giappone, 1956, col., 83‘, v.o. con sott. it.)
Regia: Ishiro Honda

Matango il mostro
(Matango, Giappone, 1963, 1963, col., 90‘, v.o. con sott. it.)
Regia: Ishiro Honda

Latitudine zero
(Ido zero daisakusen, Giappone, 1969, 90‘, v.o. con sott. it.)
Regia: Ishiro Honda

maggiori particolari sul sito di fuoriorario Rai.it – Cinema

Rimane da chiedersi se saranno le prosperose eroine di Meyer o i minacciosi mostri plastici a turbare più le notti. Ai brufolosi teen-ager che vorranno vedere questi capolavori per la prima volta: (ghezziane) buone visioni.

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