Gli alieni siamo noi.

Invasion of The Body Snatcher - 1956

Invasion of The Body Snatcher – 1956

Sono molti a dire che il seminale film di Don Siegel sia una metafora (abbastanza) trasparente della temuta e contrastata infiltrazione dei comunisti nella società borghese dell’America in pieno recovery postbellico.  Altri invece leggono una critica al maccartismo dilagante: Don Siegel ha sempre affermato la sua volontà di creare un prodotto di (mero) entertainment.

Per me “Invasione” e ancora di più il suo bellissimo remake del 1978 “Terrore dallo Spazio Profondo” sono una costruzione drammatica tutta basata sulla concretizzazione di un delirio paranoico.

L’incubo infantile del disconoscimento (e dell’abbandono) dei genitori (delle persone care) si concretizza: il mondo intorno a noi non è quello che ci appare ed è, sostanzialmente, ostile.

Terrore dallo spazio profondo

L’urlo finale da “Terrore dallo Spazio Profondo”

E forse non è un caso che la mutazione nell’alieno (calmo, ordinato, non paranoico) avvenga di notte con il sonno/sogno: ecco una breve analisi di  Aldo Carotenuto tratta daL’ultima medusa: Psicologia della fantascienza (1991)


Non è un caso, quindi, che la fantascienza abbia popolato i suoi mondi immaginari di mostri, di alieni subdolamente metamorfici e vampireschi, contro i quali l’umanità è chiamata a combattere per non essere sopraffatta. Quello che suscita anche solo una lieve e fuggevole occhiata nell’abisso è dunque un vero e proprio Terrore dallo spazio profondo, come recitava il titolo di un famoso film di fantascienza del 1978, dove alieni, in tutto e per tutto uguali agli uomini, si sostituivano alla popolazione terrestre.

Il film di Philip Kaufman era in realtà un remake di un altro classico della fantascienza: L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel (1956). Nella versione originale, i temibili baccelli alieni si insinuavano nel corpo umano durante il sonno. Particolare questo, trascurato da Kaufman, che è di grande importanza per gli studiosi della psiche: l’alieno nasceva e prolificava nel sonno, nelle profondità inconsapevoli dell’uomo. Come metafora della moderna omologazione degli uomini, Abel Ferrara tentò un altro remake nel 1993: Ultracorpi — L’invasione continua. In questo caso, gli ultracorpi alieni si insinuavano negli esseri umani rendendoli atarassici, ossia privandoli di emozioni e sensazioni.

Di metafora in metafora, il film si è prestato come scenario delle paure epocali della collettività: dall’omologazione di Abel Ferrara all’anticomunismo dell’America anni Sessanta, romanzo originale di Jack Finney nasceva, infatti, nel periodo maccartista ed era pervaso di una forte componente paranoica. La versione cinematografica di Siegel si chiude sullo sguardo spiritato di Kevin McCarthy (il medico che aveva scoperto la presenza degli alieni) che, dinanzi all’incredulità dei suoi simili, grida inascoltato ‘you’re next’ (voi siete i prossimi).(4)

La versione di Meg Tilly - Body Snatchers - 1993

La versione di Meg Tilly – Body Snatchers – 1993

Con Abel Ferrara (Ultracorpi, l’invasione continua – Body Snatchers – 1993 – terza versione autoriale del tema) testo e contesto si complicano. Si cambia ambientazione: via con lo sfondo urbano di una sonnacchiosa piccola cittadina californiana o di un sobborgo borghese di San Francisco.  Siamo dentro una base militare dove il cambiamento psicologico degli ultracorpi è ancora più mimetizzato e paradossalmente l’invasione è più nascosta e sottile. L’altra differenza immediata è l’evolvere marcatamente in una dimensione horror “fisica” solo sottesa nei due capitoli precedenti.

Esula il tema di questo compendio l’analisi completa delle versioni: rimando all’interessante saggio Come Into Sleep (Nicole Brenez 1998)

Don Siegel and Philip Kaufman alike – in their previous versions (1956 and 1978, respectively) of the Invasion of the Body Snatchers story which, as Ferrara justly said, should be remade every few years – privileged ellipsis and enigma: is this body which has suddenly turned up again the Same, or now an Other? Should we trust the evidence of our senses, or intuition? Ferrara, by contrast, uses metamorphosis and mystery: he renders the physical detail of mutation visually, diving into the most secret parts of the body, exposing its folds, strata and substance, in images which return to the remarkable iconographic invention in the depiction of the cosmic migration of vegetable-extraterrestrials that opened Kaufman’s film. Using the same Special Effects expert (Tom Burman), Ferrara’s film explicitly presents itself as a ‘graft’: it absorbs the heritage bequeathed by its predecessors (the paranoiac narrative), but it opens up the core hitherto left obscure, i.e., the trial involved in having a body, including the experience of encountering the body of an Other. (5)

The Faculty

The Faculty – il test: per chi vuol cogliere la citazione

La variazione sul tema di Rodriguez ( The Faculty, 1998) parte dal topos americano per eccellenza della High School, con i comuni personaggi legati ai cliches veduti e sfruttati migliaia di volte nei teen drama e nelle commedie giovanili e coniuga la trama già conosciuta degli “Ultracorpi” (ed è in qualche modo implicito che sia già conosciuta)  ammantandola in una cornice ammiccante, nerd e citazionaria che rappresenta poi la vera debolezza dell’opera. I momenti più interessanti del film sono la variazione in prospettiva della  mutazione aliena  che per la prima volta sembra migliorare/completare la personalità degli impossessati e quasi portare una illuminazione e una evidente cura per la stringatezza narrativa. Tali pregi annegano comunque nella ricerca di un facile orrore di effetti e in un paio di sequenze appicicate (penso soprattutto al prologo).  C’è un altro film implicitamente citato in The Faculty, come vedremo, estremamente legato al tema della mimetizzazione.

The Invasion (2007, Oliver Hirschbiegel)  è il film forse meno riuscito, complice una storia produttiva burrascosa,  una serie di rimaneggiamenti evidenti, la mano di due forse tre registi diversi. Banale la sottotrama “politica” (gli ultracorpi, generati da una influenza virale aliena, sono invasori riluttanti e pacificatori: poliziotti e guardiani che vorrebbero il rinsavimento degli umani: veri “ammalati” di violenza).

The invasion - Maglioncini molto grigi

The invasion – Maglioncini molto grigi

Spiazzante il lieto fine (Wellesiano) con vaccino sconfiggi alieni. Solo due notazioni  interessanti:   il viraggio “al femminile” (nonostante la legnosità di N. Kidman) e, soprattutto, l’enfasi data al mimetismo degli umani in mezzo ai Pod People contagiati. “Don’t sweat“, non sudare, loro non sudano – anche se cammuffarsi da alieno non sembra difficilissimo, su questa prova di “inumanità” sembra basarsi buona parte della costruzione del (poco) thrilling del film.

The latest and lamest version of Don Siegel’s 1956 pulp classic “Invasion of the Body Snatchers” (from the Jack Finney novel) might have been an accidental camp classic if its politics weren’t so abhorrent and the movie didn’t try to hide its ineptitude behind a veil of pomposity. A miscast Nicole Kidman stars as a Washington-area shrink who’s so deep in her own little world she doesn’t initially notice that everyone else appears to be mainlining antidepressants. Maybe they’re former patients. Or maybe all those tight skirts she wears have cut off her circulation. (7)

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Nel prossimo articolo: i campioni del mimetismo (hint: cose da un altro mondo)

 Mimesi (3) – lo straordinario talento della “cosa” da un altro mondo


  1. http://wondersinthedark.wordpress.com/2009/03/18/sam-on-don-siegels-invasion-of-the-body-snatchers/
  2. Sense of Cinema – Great Directors – Don Siegel http://sensesofcinema.com/2004/great-directors/siegel/
  3. DON SIEGEL, FILM NOIR, and POLITICS – The Twists and Turns of a “Post-Noir Anti-Auteur – http://www.transatlantichabit.com/noir/Don-Siegel.pdf
  4. Aldo Carotenuto L’ultima medusa: Psicologia della fantascienza (1991)
  5. Come Into My Sleep Nicole Brenezhttp://www.rouge.com.au/rougerouge/sleep.html
  6. A Great Example of ‘Show, Don’t Tell’ Or “How The Faculty Tells You All About Its Main Protagonists in Under Four Minutes  http://klkerr.com/2013/02/20/a-great-example-of-show-dont-tell/https://www.penrefe.com/a-great-example-of-show-dont-tell/
  7. Pod People Propagating With a Fierce Indigestion M. Dargis-  August 17, 2007 – http://movies.nytimes.com/2007/08/17/movies/17inva.html?_r=0