lunedì, 24. novembre 2003, 15:54

 

[Colonna sonora: Sam Cooke Chain Gang]

"non dite a mia mamma che lavoro nella formazione professionale, lei pensa che faccia il pianista in un bordello"

Se mia madre trovasse il mio blog, novello adattamento dell’immortale caccia al diario dell’adolescenti, lo troverebbe così banalmente privo di festini e gozzovigli, così scevro di pruriginosi particolari piccanti che, paventando l’ipotesi, almeno faccio l’outing di cui sopra. Certi miei trascorsi artistici del resto, poco avevan da invidiare all’eroica figura di "musicista postribolare" [classificazione ISTAT 0113459 Artista/intrattenitore per Saloni di Servizi alla Persona]
La peggiore delle mie mansioni rimane il quotidiano scontro con moduli e registri tutti inopinatamente pregni del più funanbolico gergo settoriale: quando qualche ragazzo mi chiede il perchè dell’incomprensibilità delle riviste informatiche rispondo abbozzando. Ma loro son fortunati a non scontrarsi con l’universo parallelo e inconoscibile (non ineffabile, purtroppo) dei "crediti formativi", della "analisi ponderata del fabbisogno dei discenti", del "rapporto empatico tutoriale", e di talaltri nequizie che mi invoglierebbero (e ora lo faccio) a scriverne un generatore automatico (VTBG-online, ora lo brevetto, dove VTB sta per vocational training bullshit generator – Mamma perdonami se non traduco).
Chi sa fa, chi no insegna, chi proprio non capisce un trullàllero (mi raccomando la pronuncia sdrucciola se non non fa effetto) progetta.