et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Mese: Luglio 2002 Pagina 1 di 2

Incipit

 

Grande iniziativa dell’Unità – un libro al giorno con incipit e scheda. Hanno segnalato anche Joe Lansdale!!!.
via liberilibri

A proposito di incipit mi piace questo incipitario dove trovo subito il più brutto incipit della letteratura italiana:

Le palle cozzarono insieme due volte, forte.
"Tac tac!" fece il conte Perlotti guardandole correre attento, con il gesso nella destra e la stecca nella sinistra.

Aahhrgh!

Un altro blog da leggere.

SOSPESA LA «MANON»

elfob, lunedì, 29. luglio 2002, 10:22

 

domenica 28 luglio 2002
SOSPESA LA «MANON»
Cade scenografia: ferita orchestrale

TORRE DEL LAGO. Attimi di tensione ed opera sospesa, ieri sera, al teatro all’aperto sul lago dove era in programma la replica di «Manon Lescaut» – opera di punta del cartellone del Festival Puccini – a causa della caduta di una scenografia dal palcoscenico. Durante il cambio di scena fra il primo ed il secondo atto un pezzo dell’impalcatura è improvvisamente caduto nella «buca» dove è sistemata l’orchestra ed ha ferito (fortunatamente in maniera lieve) una delle orchestrali in pausa ed ha sfiorato altri musicisti che si trovavano nei pressi. La ragazza ferita è stata trasportata da una ambulanza della Misericordia di Torre del Lago al pronto soccorso dove è stata medicata e poco dopo dimessa. L’opera è stata invece sospesa.
Per fare chiarezza sull’episodio e capire se vi sono responsabilità, sul luogo sono intervenuti i carabinieri e i responsabili della medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria locale.

dal Tirreno del 28/7/2002.

Come avvenne che diventai un OBI, per una notte.

 

OBI, osservazione breve e intensa, è quando ti ricoverano dal Pronto Soccorso,
e così mi è accaduto (come doveva accadere – Bokonon) che mentre andavo a fare la spesa
il pomeriggio di giovedì mi ritrovassi senza più il mio fidato senso dell’equilibrio, a barcollare con le vertigini e presto, a vomitare.

Al pronto soccorso dell’Ospedale di Pontedera ti accolgono garbate infermiere e giovani dottoresse, molto
convincenti nel mandarti imbarellato a fare una visita dall’otorino, o una urgente TAC. Poi, osservazione in medicina e ricovero, fino alla visita il giorno dopo da parte del primario neurologo che, con molta, giustificata credo, sicurezza afferma capitale "la mia valutazione è negativa" ovvero, fò io, è positiva, anche la TAC conferma, niente di niente.

Nei libri di Stephen King, quando qualcuno sbarcolla e sente odore di aranci marci in un centro commerciale, al minimo si ritrova un tumore al cervello e la capacità di vedere i morti come nel "Sesto Senso": io nisba, grazie a Dio, e solo una fugace visita al Medicina 1, per una notte anche abbastanza calma (salvo il malato -di mente anche presumo – della stanza accanto che, con voce femminile strilla tutta la notte "vieni… vieeeeeeni… vieniiiiiiii…" poi attacca ancora, molto lamentandsosi come per un dolore insopportabile "puttanaaaa… puttanaaa… lucianaaaaaa…").

Al mattino mi fanno uscire per "quasi totale scomparsa dei sintomi" e concludo la mia avventura da OBI, ancora un po’ scioccato e con la pressione sul bassino.

Ma mi sento bene, la moglie del mio compagno di stanza, entra alle otto in camera e dice: "Sa, quello della stanza di sopra non ce l’ha fatta". Non lo conosco ma sento, in distanza medici e paramedici che discutono fissando l’orario del decesso.

Poche certezze nella vita

oriella

Sento una variazione nella forza

 

manon

Ok, ieri sera, alla generale di Manon il regista chiede al coro di rimanere in costume fino alla fine dell’opera per provare i ringraziamenti; ed è quasi la rivoluzione.
E’ consuetudine che il coro ringrazi al termine della sua partecipazione all’Opera (in Tosca, per esempio, alla fine del primo atto). E’ chiaro che tenere per ore 90 persone in attesa che l’opera finisca, in costume, nei camerini angusti o tra le sporche seggiole di plastica del retropalco di Torre del lago non ha molto senso, nè i coristi sono molto disposti a concedere qualcosa ad un organizzazione abbastanza sul putridino… (io ho chiesto alla biglietteria del Festival, ma solo per provocazione ed aspettandomi un ridanciano diniego, se potevo avere un manifesto di Manon – costo 5,00 € – in omaggio, dopo aver accompagnato un’amica corista che comprava 240 € di biglietti).

Alla fine, comunque, la prova è stata dignitosa, e il coro, mi sembra, si è ben comportato. Io, abbastanza sul distratto, ma favorito da un tono umorale insolitamente alto, come ti capita quando, in viaggio in macchina con il bel tempo, becchi la radio che ti passa a seguire Bob Dylan e gli U2 e James Taylor. […]

Oh, non sono certo il primo a notarlo, ma il tema di Star Wars è quasi identico alla melodia in conclusione dell’intermezzo di "Manon Lescaut" ! (Bello l’articolo di Giovanni Tommaso su jazzit).

Popolo di Pekino

tramonto

Finalmente ieri sera siamo riusciti a provare in teatro, la pioggia lasciandoci per una splendida serata di cielo terso e luci nitide sul lago. L’antigenerale di Turandot non è andata male; per essere una ripresa la regia è stata sufficientemente variata e si tratta pur sempre di uno spettacolo flamboyant nei colori e i costuni e nella scena screziata traversata da coristi e comparse in quantità.
Ciò non toglie che Turandot sia un’opera che gradisco poco.
Il testamento di Puccini è anche, nella mia opinione, l’atto finale dell’opera all’italiana (e, mi accorgo che non è un’idea solo mia), ne colgo un intimo senso di ridicolo e di anacronismo.
Non aiutano gli interpreti che, tradizionalmente a Torre del Lago, sono costretti a ricercare potenza più che controllo.

"Nell’autunno del 1924, quando al completamento dell’opera mancava soltanto il finale dell’ultimo atto, ( l’aggravarsi delle condizioni di salute a causa di un tumore alla gola lo obbligò a sospendere il lavoro per sottoporsi a un intervento a Bruxelles, in seguito al quale però si spense per collasso il 24 novembre 1924" […]

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