Ancora, e per tutto luglio, e agosto, Tosca e Turandot, Turandot e Tosca (mai che un Pescatore di Perle o una snella Cavalleria interrompa la serie…), al caldo delle serate torrelaghesi.
Così continuo a ri-innamorami del secondo atto di Tosca e mi viene viene da pensare che un certo tipo di melodramma italiano (un certo tipo di musica) annega e muore in Puccini (moderno a volte che non ci si crederebbe) e anche nella favolistica Turandot, atrocemente presago:
canta Ping:
Il nome
dell’ignoto sta chiuso
in queste bocche silenti.
E abbiamo ferri
per schiodar quei denti
e uncini abbiamo
per strappar quel nome!

E la scena mi riporta a Costa-Gavras (un film : L’amerikano)