et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Tag: Science Fiction

Mimesi (4) – Robot e replicanti

Replicanti, terminator, automi e cylons: quando mimetizzarsi tra gli umani diventa ragione d’essere.

Il mondo degli androidi di Philip K. Dick

Un soldato, un ufficiale, sporco, stanco, cammina lentamente per un deserto urbano post-bombardamento. Una guerra di posizione che dura da troppo tempo. Il nemico di una volta potrebbe diventare un alleato. È necessario raggiungere una delle ultime postazioni nemiche ancora rifornite per chiedere una tregua o una alleanza. C’è ancora qualche essere umano in vita, c’è ancora un po’ di umanità residua. Sbuca da dietro un muro un bambino, maglioncino e calzoni corti luridi, magrissimo, dimostra otto anni ma ne dichiarerà tredici, con in mano un orsetto lacero. Il bimbo si aggrega al messaggero; insieme proseguono per raggiungere l’avamposto.Dal bunker escono dei soldati, russi, guardano le due figure che si avvicinano, sparano a raffica contro il bambino.

Mimesi (3) – lo straordinario talento della “cosa” da un altro mondo

Della difficile arte del passare inosservati – considerazioni varie sul mimetismo nella fantascienza (terza parte)

La “cosa” da un altro mondo – politica del corpo metamorfico – altri metamorfi

Cosa : Nome indeterminato e di valore semantico estesissimo che indica in modo generico ogni elemento di quanto esiste, sia nella realtà sia nell’immaginazione, tanto concreto quanto astratto
Grande Dizionario della Lingua Italiana – Battaglia

Thing from another world #1Nel 1938 John W. Campbell, che da editor di Astounding diverrà il nume tutelare della fantascienza moderna, pubblica “Who Goes There“, la storia del più mimetico (e pericoloso) degli alieni: la “Cosa” da un altro mondo. (1)

La storia è nota, un gruppo di scienziati in una isolata base antartica ritrovano una nave aliena (che subito distruggono per imperizia) e, bloccato nei ghiacci da centinaia di migliaia di anni, l’alieno.
Si tratta di un essere malvagio, intelligentissimo e, nella sua forma atavica (o almeno quella che ha assunto quando è arrivato sulla terra) ributtante. Gli uomini discutono tra loro come trattare il corpo: andando incontro ad un drammatico errore decidono di scongelarlo.
Hanno analizzano razionalmente che deve essere obbligatoriamente morto: nessuna creatura superiore sopravvive al congelamento.
L’alieno invece rivive e dimostra di avere una biologia con caratteristiche stupefacenti: può imitare a livello cellulare qualsiasi creatura terrestre con cui venga a contatto. Può uccidere ed inglobare uomini e animali ed riprodurli.

 

«Se gli spari al cuore,» disse McReady, «e non muore, allora è un mostro.»

Terrore dallo spazio profondo

Mimesi (2) – l’invasione degli ultracorpi

Gli alieni siamo noi.

Invasion of The Body Snatcher - 1956

Invasion of The Body Snatcher – 1956

Sono molti a dire che il seminale film di Don Siegel sia una metafora (abbastanza) trasparente della temuta e contrastata infiltrazione dei comunisti nella società borghese dell’America in pieno recovery postbellico.  Altri invece leggono una critica al maccartismo dilagante: Don Siegel ha sempre affermato la sua volontà di creare un prodotto di (mero) entertainment.

Per me “Invasione” e ancora di più il suo bellissimo remake del 1978 “Terrore dallo Spazio Profondo” sono una costruzione drammatica tutta basata sulla concretizzazione di un delirio paranoico.

L'Invasione degli Ultracorpi

Mimesi (1) – un’analisi del mimetismo nella fantascienza

… o della difficile arte del passare inosservati – considerazioni varie sul mimetismo nella fantascienza (prima parte)

 

Nil sapientiae odiosius acumine nimio

L’arte di passare inosservati  – il neutrino sociale – ingannare l’occhio –  le ostriche e i granchi nel mare  – arrivano gli alieni e siamo noi

dal Vocabolario on line Treccani

mimèṡi s. f. [dal gr. μίμησις der. di μιμέομαι «imitare»], letter. – Propriam., imitazione. Il termine (anche nella forma traslitterata mìmesis) viene usato soprattutto nel linguaggio filosofico, dove acquista importanza con Platone il quale con esso designa la somiglianza delle cose sensibili alle idee; nella concezione platonica dell’arte, la mimesi è da condannare perché, imitando le cose, che a loro volta sono copia delle idee, si allontana tre volte dal vero

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