et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

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Le Mépris - il disprezzo

Il disprezzo (Le Mépris) – Jean-Luc Godard – 1963

Titolo: Il disprezzo (Le Mépris)

Anno: 1963

Regista: Jean-Luc Godard

 

Il disprezzo è un film drammatico franco-italiano del 1963 diretto da Jean-Luc Godard, con protagonisti Brigitte Bardot, Michel Piccoli e Jack Palance. Il film segue la disintegrazione del matrimonio tra lo scrittore in difficoltà Paul Javal (Piccoli) e la sua bellissima moglie Camille (Bardot), mentre navigano nel periglioso mondo del cinema e dei suoi compromessi artistici.

Neuronia

un’epifania citazionaria

“in vece non ci cale michalcoff”

Dal di che nozze tribunali e are,ere, ire

l’accento non va pensiero, ma la donna è mobile muta tacendo (usa obbedir)

e obbedisco disco inferno (nel mezzo del cammin di compostela mi ritrovai)

così vai via col vento in poppa e popay the sailor sells seashells on the seashore

sciur padrun da le bele braghe bianche scogliere di dove non so

ma so ti rivedrò vecchio scarpone quanti di luce radio-azione popolare

alzati che si sta alzando e sul ponte di varolio sventola bandiera bianca

– continuiamo così facciamoci del male-dizione l’orgoglio mussulmano

è vinto e guai ai vinti e ritorna vincitore o sullo scudo fiscale ci cale

ci cale mentre di z la formica e l’orgia del potere operaio mimì metallurgico

ferito nell’onore ai caduti di balaklava che eran trecento eran giovani e forti

alle termopili corre il telethlon e piange il telemaco senza fili (tu quoque brute)

in vece non ci cale michalcoff ma michele vitello strogoff hai fatto tu la loff

si dmitri ne ho fatto venti litri quando sorge il sole libero e che ci ho

scritto giocondor ? No-o non esiste lo sporco impossibile ma l’uomo in ammollo

invisibile e claude rains in spain e gracida in campagna in sul calar del sole e

reca in mano gli arredi festivi che cadono

infranti (franti tu uccidi tuo) padre padrone del buio e delle tenebre

separate dalla luce il primo giorno e fu sera e fu mattina

del giorno più lungo

(ferisce il mio cuore con monotono languore)

viaggio (e una città per cantare) che comincia con un sol passo del tonale

e tanto tuonò che piovvero cats – memories of the way we were soldiers of fortune

o fortuna velut luna in ciel, dimmi che fai silenziosa come un’alce dai vivi

ci separa il tuorlo dal loglio e olezza di verbena e di candido hissopo e svariati

unguenti che inbalsamavano tut-ank-amon nume custode e vindice

di questa sacra terra distendi la pargoletta mano al pio bue anzi ne amo due

attenti a quei due o a questi che per me pari sono peer to peer face to face off

come a brodway danny rose (stat pristina) con ogni altro nome dell’ignoto è chiuso

in queste labbra frementi e i fremen su dune mosse e dune bugger sodomizzano e s’ode

a destra una squillo lei suonava il tredicesimo piano piano dolce è sentire che non

sogno o son destituito di ogni fondamento di programmazione destrutturata destruens

costruttore di pace maker dich mein hertz aus glass philip morrissey flesh for fantasy

island dei famosi (hai fatto i conti senza l’ost) no east no west wing no woman no

crying freeman dyson dit mois dice simon mago

alza in alto le mani

le sue

lui l'oeil

la trompe.

 

Chi vive in selve…

elban

 

 
 
 

Solitudine amata,
Le bell’ombre ch’hai tu, son puri lumi,
Che ne l’età dorata
Fosti stanza et albergo ai sommi numi,
Onde chi vive in selve,
S’assomiglia agli dei, non a le belve.

Girolamo Fontanella –  Ode alla vita solitaria via Biblioteca Italiana (nuovo link Ode alla Vita Solitaria)

Imago

Ovvero fantasma, oppure “dell’attrazione” perchè “…nulla esiste di più singolare del rapporto tra persone che si conoscano solo con gli sguardi…” cito (e rovino) a memoria Thomas Mann di Morte a Venezia.

Poi la trovo la citazione:

Niente di più singolare, più imbarazzante che il rapporto fra persone che si conoscono solo attraverso gli occhi – che si vedono tutti i giorni a tutte le ore, si osservano e nello stesso tempo sono costretti dall’educazione o dalla bizzarria a fingere indifferenza e a passarsi accanto come estranei, senza saluto nè parola. Fra di loro c’è inquietudine ed esasperata curiosità, l’isteria di un bisogno insoddisfatto, innaturale e represso di conoscersi e di comunicare e soprattutto una sorta di ansiosa attenzione. Infatti l’uomo ama e onora l’uomo fino a che non è in grado di giudicarlo, e il desiderio è frutto di una conoscenza incompleta.

…il desiderio è frutto di una conoscenza incompleta.
Riprendo questo post dopo 10 giorni, (giorni di niente) ancora scosso dalla potenza della frase… poi conosco, beneinteso, la ragazza che mi aveva spinto a iniziare questo discorso, ancora, e a questo punto per sempre, incompleto.

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