et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

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Ne ultra crepidam

Sutor. ne ultra crepidam

Solo per segnare il posto

Attualmente questo sito non contiene niente (nè si prevede che molto presto conterrà qualcosa)

ma…

se per caso sei qui…

CANIS MAJOR
The great Overdog
That heavenly beast
With a star in one eye
Gives a leap in the east.
He dances upright
All the way to the west
And never once drops
On his forefeet to rest.
I’m a poor underdog,
But to-night I will bark
With the great Overdog
That romps through the dark.
Robert Frost

Dal classico al pop.

martedì, 23. novembre 2004, 12:58

i_colori_del_bianco Forse, se la percezione del passato antico fosse stata questa…
all’improvviso, un mondo che siamo abituati a percepire come austero e riflessivo, si ribalta completamente e diventa allegro come un circo.

http://www.adnkronos.com/Cultura/2004/Settimana48da22-11a28-11/20041122Icoloribianco.html

Ispirato dal mio divulgatore eroe: Philippe Daverio e la splendida Passepartout

I Ragazzi del Muletto

giovedì, 11. novembre 2004, 19:46

 

Vivo, privilegiato, in una zona sempre più multietnica, nella piccola chinatown di pisa. I ragazzini che giocano i pomeriggi domenicali nel cortile di casa provengono, fuor di metafora, da quattro continenti, anche se, beati bimbi, hanno già la dolce cadenza toscana.
Ho migliori rapporti, in generale, con i nuovi arrivati, complice probabilmente la vasta e accogliente colonia sudamericana del mio circondario, rispetto ai vecchi indigeni italiani, in generale post-ottuagenari scostanti e nervosi, afflitti da morbi e invalidità, appesi alle loro finestre a discorrere, loro più che altro incomprensibili, a malapena badati da belle slave dagli occhi intelligenti.
Gli unici stranieri che, ma solo a volte, scatenano, se non fastidio, una certa pena, sono i ragazzi di bottega cinesi, che lavorano indefessi al carico scarico dei camion, e traversano le strade già bloccate dalle doppie file di auto con processioni di muletti a mano, ripartendo i colli per le megamercerie e i negozi dalle lanterne rosse sulle insegne. Poi, anche se la sera prima ho strombazzato per passare in strada, il giorno dopo ci vado lo stesso, nella megamerceria, a comprare inutili gadget e canne da pesca con incorporata radio e lente d’ingrandimento, pensandoci sempre un po’ , ai ragazzi del muletto.

Le Parole della Fantascienza

mercoledì, 10. novembre 2004, 13:06

Le parole della fantascienza (II)

e quando sono nate.

-‘ quanto hai pagato quel drone’
-‘1500 crediti’

Groundhog, per esempio ‘Terricolo’ in italiano, è chi non ha mai abbandonato il pianeta. ‘Space shuttle’ risale agli anni cinquanta.
Alcune mi piacciono più in Inglese che in Italiano. La parola ‘Astrogatore’, tipicamente heinleniana, non l’ho mai sopportata.

http://www.jessesword.com/SF/sf.shtml

https://sfdictionary.com/

L’alba dell’età dell’acquario

venerdì, 12. dicembre 2003, 14:22

acquario

"Bidone" è sempre più indaffarato e il suo ruolo sociale è come cresciuto negli ultimi giorni: i maggiorenti della piazzetta gli rivolgono deferenti saluti conferendogli ulteriore strakh (onore).
"Bidone" -lo chiamo così- il nome passandogli dalla funzione, mi pare. Percorre gli anni felici della vita di un uomo quando l’età diviene davvero indefinita, atteso che, come lui, si sia magrotti e si portino baffetti curati ancora totalmente neri. Lui è così sovranamente anticonformista da indossare abiti che sembrano adatti a caricature di partigiani francesi della seconda guerra mondiale, abiti che completa con inimmaginabili baschi color topomorto o verdemarcio.
Ma quello che mi colpisce è il suo lavoro: consiste nel muoversi avanti e indrè per il quartiere salutando tutti a tutte le ore per buona parte della giornata nell’attesa che, chiusosi il pomeriggio, la sera calmi il traffico metropolitano e gli consenta di caricare il suo minivan/monovolume con una buona mezza dozzina di taniche da venti litri. Si reca, immagino con la solita invidiabile calma, all’acquedotto mediceo a riempire i bidoni di acqua che arriva da Lucca e che dicono molto buona da bere.
Torna e scarica con calma i suoi bidoni.
Ogni tanto citofona alle mie vicine, fà: "Ti serve acqua ?".
La crisi delle acque minerali gli fa bene, il suo servizio è un business in crescita.
L’ultima volta in giro gli scopro, permanente, un sardonico mezzo sorriso…

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