et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

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Le Mépris - il disprezzo

Il disprezzo (Le Mépris) – Jean-Luc Godard – 1963

Titolo: Il disprezzo (Le Mépris)

Anno: 1963

Regista: Jean-Luc Godard

 

Il disprezzo è un film drammatico franco-italiano del 1963 diretto da Jean-Luc Godard, con protagonisti Brigitte Bardot, Michel Piccoli e Jack Palance. Il film segue la disintegrazione del matrimonio tra lo scrittore in difficoltà Paul Javal (Piccoli) e la sua bellissima moglie Camille (Bardot), mentre navigano nel periglioso mondo del cinema e dei suoi compromessi artistici.

Mimesi (4) – Robot e replicanti

Replicanti, terminator, automi e cylons: quando mimetizzarsi tra gli umani diventa ragione d’essere.

Il mondo degli androidi di Philip K. Dick

Un soldato, un ufficiale, sporco, stanco, cammina lentamente per un deserto urbano post-bombardamento. Una guerra di posizione che dura da troppo tempo. Il nemico di una volta potrebbe diventare un alleato. È necessario raggiungere una delle ultime postazioni nemiche ancora rifornite per chiedere una tregua o una alleanza. C’è ancora qualche essere umano in vita, c’è ancora un po’ di umanità residua. Sbuca da dietro un muro un bambino, maglioncino e calzoni corti luridi, magrissimo, dimostra otto anni ma ne dichiarerà tredici, con in mano un orsetto lacero. Il bimbo si aggrega al messaggero; insieme proseguono per raggiungere l’avamposto.Dal bunker escono dei soldati, russi, guardano le due figure che si avvicinano, sparano a raffica contro il bambino.

L'Invasione degli Ultracorpi

Mimesi (1) – un’analisi del mimetismo nella fantascienza

… o della difficile arte del passare inosservati – considerazioni varie sul mimetismo nella fantascienza (prima parte)

 

Nil sapientiae odiosius acumine nimio

L’arte di passare inosservati  – il neutrino sociale – ingannare l’occhio –  le ostriche e i granchi nel mare  – arrivano gli alieni e siamo noi

dal Vocabolario on line Treccani

mimèṡi s. f. [dal gr. μίμησις der. di μιμέομαι «imitare»], letter. – Propriam., imitazione. Il termine (anche nella forma traslitterata mìmesis) viene usato soprattutto nel linguaggio filosofico, dove acquista importanza con Platone il quale con esso designa la somiglianza delle cose sensibili alle idee; nella concezione platonica dell’arte, la mimesi è da condannare perché, imitando le cose, che a loro volta sono copia delle idee, si allontana tre volte dal vero

Neuronia

un’epifania citazionaria

“in vece non ci cale michalcoff”

Dal di che nozze tribunali e are,ere, ire

l’accento non va pensiero, ma la donna è mobile muta tacendo (usa obbedir)

e obbedisco disco inferno (nel mezzo del cammin di compostela mi ritrovai)

così vai via col vento in poppa e popay the sailor sells seashells on the seashore

sciur padrun da le bele braghe bianche scogliere di dove non so

ma so ti rivedrò vecchio scarpone quanti di luce radio-azione popolare

alzati che si sta alzando e sul ponte di varolio sventola bandiera bianca

– continuiamo così facciamoci del male-dizione l’orgoglio mussulmano

è vinto e guai ai vinti e ritorna vincitore o sullo scudo fiscale ci cale

ci cale mentre di z la formica e l’orgia del potere operaio mimì metallurgico

ferito nell’onore ai caduti di balaklava che eran trecento eran giovani e forti

alle termopili corre il telethlon e piange il telemaco senza fili (tu quoque brute)

in vece non ci cale michalcoff ma michele vitello strogoff hai fatto tu la loff

si dmitri ne ho fatto venti litri quando sorge il sole libero e che ci ho

scritto giocondor ? No-o non esiste lo sporco impossibile ma l’uomo in ammollo

invisibile e claude rains in spain e gracida in campagna in sul calar del sole e

reca in mano gli arredi festivi che cadono

infranti (franti tu uccidi tuo) padre padrone del buio e delle tenebre

separate dalla luce il primo giorno e fu sera e fu mattina

del giorno più lungo

(ferisce il mio cuore con monotono languore)

viaggio (e una città per cantare) che comincia con un sol passo del tonale

e tanto tuonò che piovvero cats – memories of the way we were soldiers of fortune

o fortuna velut luna in ciel, dimmi che fai silenziosa come un’alce dai vivi

ci separa il tuorlo dal loglio e olezza di verbena e di candido hissopo e svariati

unguenti che inbalsamavano tut-ank-amon nume custode e vindice

di questa sacra terra distendi la pargoletta mano al pio bue anzi ne amo due

attenti a quei due o a questi che per me pari sono peer to peer face to face off

come a brodway danny rose (stat pristina) con ogni altro nome dell’ignoto è chiuso

in queste labbra frementi e i fremen su dune mosse e dune bugger sodomizzano e s’ode

a destra una squillo lei suonava il tredicesimo piano piano dolce è sentire che non

sogno o son destituito di ogni fondamento di programmazione destrutturata destruens

costruttore di pace maker dich mein hertz aus glass philip morrissey flesh for fantasy

island dei famosi (hai fatto i conti senza l’ost) no east no west wing no woman no

crying freeman dyson dit mois dice simon mago

alza in alto le mani

le sue

lui l'oeil

la trompe.

 

Fusilli Fagiolini e Acciughe - La Cena del Single

Fusilli fagiolini e acciughe

Ingredienti per stasera e domani sera (o per due persone)

Fusilli Fagiolini e Acciughe - La Cena del Single

Fusilli Fagiolini e Acciughe – La Cena del Single

  • 200 g. di fusilli
  • una scatola di fagiolini
  • 5  o 6 filetti di acciughe sott’olio
  • un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • qualche cappero sotto sale
  • una patata medio grande
  • sale, pepe, peperoncino secondo gusto

Tempo di esecuzione: 15 min.

Valore energetico: 690 Kcal/porzione

Preparazione

Sbuccio e faccio a dadini la patata e la butto nella pentola dove iniziano a sobbollire un paio di litri di acqua leggermente salata.

In padella struggo i filetti di acciuga e i capperi in poco olio poi aggiungo i fagiolini ad insaporire e spengo. Nell’acqua con le patate cuocio i fusilli al dente.

Scolo tutto e ripasso in padella, correggo di sale e pepe e impiatto.

Giudizio

Patate e fagiolini aggiungono solo spessore, il gusto lo ammazzano alici e capperi. Il profumo è ottimo ed è una veloce pasta estiva.

Migliorerebbe ?

Con fagiolini veri (quelli freschi) ma chi ci ha il tempo, e con uno spicchio d’aglio (ma io non ce l’avevo)

Giudizio “la cucina del single” (tm)

gusto 7.0/10

praticità 9/10

2046

Novum Pascha novæ legis,
Phase vetus términat.

il duemilaquarantasei è dietro l’angolo, non per me che sarei (se ci arrivo) un arzillo settantottenne ma per Caterina che di anni ne avrà 38 e le toccherà vivere gli anni cinquanta (e i sessanta e i settanta etc,) del XXI secolo.

2046 - Wong Kar-wai

2046 - Wong Kar-wai

Ci penso solo io al duemilaquarantasei? Gli illuminati governanti non lo capiscono che bisogna ripensare il nostro vivere e che l’italietta di oggi è finita? Non sono un futurologo, non ho prodigiosi rapporti di istituti di ricerca nè mi consulto con think-tank  ma a me certi temi e certi sviluppi mi sembrano ovvi.

Energia rinnovabile e trasporti pubblici, ecosviluppo, produzione diffusa, reti, città sostenibili “dense”, reti, redistribuzione delle ricchezza, reti, biodiversità, treni e navi, cultura “open”, programmi open source, reti, la fine dell’automobile privata (almeno nelle città), microcompensi, reti, colonie nello spazio, ricerca scientifica per lo meno al cinque per cento del PIL, energia solare, reti e ancora reti. Governance democratica mondiale. Circolazione delle idee, dei bit, delle persone libere almeno quanto è oggi la circolazione del denaro. (Bella società, la nostra, attribuiamo al denaro più libertà di quanta siamo disposti a dare a noi stessi!)

2050 (via liam.jon_d)

2050 (via liam.jon_d)

La ragazza bionda, alta e carina che passeggia in Corso Italia detta la linea conversando con il suo ragazzo : “I clandestini mettono in cattiva luce gli immigrati regolari che vengono per lavorare” – mi verrebbe di spiegarci due o tre cosine di come sia  impossibile entrare in italia “regolarmente” per cercare un lavoro o anche solo per fare un corso di formazione professionale (regolarmente pagato) – ma a lei le hanno spiegato che l’Italia non sarà multietnica (peccato che un nato ogni dieci in Italia oggi ha almeno un genitore non italiano).
Io penso al duemilaquarantasei, questi hanno in testa le etnie, la fabbrichetta (che dio la benedica, ha trascinato il nostro paese per decenni ma è ora di cambiare) l’autostrada e il cemento armato. Credano che, passata la crisi, si riprenda coi SUV a sgommare tutti in fila per andare in montagna.
Mentalità da fine impero – arriverà il duemilaquarantasei (sarà un attimo) e gli antichi romani non ci saranno più:

Vetustátem nóvitas,
Umbram fugat véritas,
Noctem lux elíminat.

Che la luce cancelli la notte.

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