et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Autore: elfo Pagina 3 di 18

Piani-sequenza nelle serie televisive

Sei minuti di piano sequenza in True Detective – S01E04 – una perfetta scena di azione. Quando l’ho vista la prima volta mi sono accorto, dopo circa un minuto, che non c’erano stacchi e ho seguito la scena fino al termine come un tifoso segue un’azione della squadra del cuore. Alla fine mi sono alzato ed ho applaudito (ed ero da solo).

True Detective – S01e04 Autore: Nic Pizzolatto Regia:Cary Joji Fukunaga

L’attacco di Fifi (S02E08 di “Better call Saul “) è un altro esempio di tecnica superlativa: in realtà la scena è fatta da due sequenze, la prima, un lungo piano sequenza costruito in maniera elaboratissima1.

Fifi – Better Call Saul S02E08 – Vince Gilligan e Peter Gould autori, Regia:Larysa Kondracki


Single Shot Scene from “Better Call Saul” – “Fifi” (S2E8) from qiu on Vimeo.

 

  1. Over The Border: Better Call Saul Writer Tom Schnauz Deconstructs Episode 208’s Epic Opening Shot
La Ragazza del Quartiere

La ragazza del quartiere

La ragazza del quartiere (Two for the Seesaw USA, 1962)
3:30 di sequenza iniziale praticamente perfetta, una fotografia giustamente premiata dall’oscar
regia di Robert Wise
musica di Andre Previn

Sure on this shining night…

Sure on this shining night
Of star made shadows round,
Kindness must watch for me
This side the ground.
The late year lies down the north.
All is healed, all is health.
High summer holds the earth.
Hearts all whole.
Sure on this shining night I weep for wonder wand’ring far
alone
Of shadows on the stars.

James Agee – “Permit Me Voyage”

 

Non il migliore, non il peggiore

So esattamente cosa facevo quindici anni fa a quest’ora. Anche diciassette a dire il vero.
Forse queste giornate servono a ritemprare la memoria a lungo termine: come vecchi provati da alzheimer anche io possiedo ricordi lontani cristallini almeno quanto nebulosi e sfocati mi sono i rimpianti vicini (nel tempo e nello spazio).
Riflettendoci, penso che il mio viaggio cronologico sia anche stato un viaggio spaziale, magari non così erratico come avrei voluto, ma sufficientemente spiazzante di luoghi, ambienti, colori diversi.

In un racconto lungo di Van Vogt (The Reflected Men (1971) • Il Cristallo Venuto dal Tempo) una specie di caccia al tesoro  per la salvezza dell’universo vede protagonisti diverse “istanze” di una sola persona: in un mondo dove differenti universi paralleli si toccano possono incontrarsi gli stessi individui plasmati da esperienze a volte solo complementari. Il “che sarebbe se” o meglio il “che sarei stato se” si vivifica.
Il migliore dei possibili me, posso immaginare alquanto diverso in carattere e fortuna, come mi giudicherebbe incontrandomi ?
Come per tutti gli uomini di buona volontà spero solo di essere sufficientemente dissimile dal peggiore dei possibili me stessi.
Incidentalmente, a me e agli altri me sparsi nel multiverso: buon compleanno.

Mimesi (4) – Robot e replicanti

Replicanti, terminator, automi e cylons: quando mimetizzarsi tra gli umani diventa ragione d’essere.

Il mondo degli androidi di Philip K. Dick

Un soldato, un ufficiale, sporco, stanco, cammina lentamente per un deserto urbano post-bombardamento. Una guerra di posizione che dura da troppo tempo. Il nemico di una volta potrebbe diventare un alleato. È necessario raggiungere una delle ultime postazioni nemiche ancora rifornite per chiedere una tregua o una alleanza. C’è ancora qualche essere umano in vita, c’è ancora un po’ di umanità residua. Sbuca da dietro un muro un bambino, maglioncino e calzoni corti luridi, magrissimo, dimostra otto anni ma ne dichiarerà tredici, con in mano un orsetto lacero. Il bimbo si aggrega al messaggero; insieme proseguono per raggiungere l’avamposto.Dal bunker escono dei soldati, russi, guardano le due figure che si avvicinano, sparano a raffica contro il bambino.

Mimesi (3) – lo straordinario talento della “cosa” da un altro mondo

Della difficile arte del passare inosservati – considerazioni varie sul mimetismo nella fantascienza (terza parte)

La “cosa” da un altro mondo – politica del corpo metamorfico – altri metamorfi

Cosa : Nome indeterminato e di valore semantico estesissimo che indica in modo generico ogni elemento di quanto esiste, sia nella realtà sia nell’immaginazione, tanto concreto quanto astratto
Grande Dizionario della Lingua Italiana – Battaglia

Thing from another world #1Nel 1938 John W. Campbell, che da editor di Astounding diverrà il nume tutelare della fantascienza moderna, pubblica “Who Goes There“, la storia del più mimetico (e pericoloso) degli alieni: la “Cosa” da un altro mondo. (1)

La storia è nota, un gruppo di scienziati in una isolata base antartica ritrovano una nave aliena (che subito distruggono per imperizia) e, bloccato nei ghiacci da centinaia di migliaia di anni, l’alieno.
Si tratta di un essere malvagio, intelligentissimo e, nella sua forma atavica (o almeno quella che ha assunto quando è arrivato sulla terra) ributtante. Gli uomini discutono tra loro come trattare il corpo: andando incontro ad un drammatico errore decidono di scongelarlo.
Hanno analizzano razionalmente che deve essere obbligatoriamente morto: nessuna creatura superiore sopravvive al congelamento.
L’alieno invece rivive e dimostra di avere una biologia con caratteristiche stupefacenti: può imitare a livello cellulare qualsiasi creatura terrestre con cui venga a contatto. Può uccidere ed inglobare uomini e animali ed riprodurli.

 

«Se gli spari al cuore,» disse McReady, «e non muore, allora è un mostro.»

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